MARK TWAIN e gli EBREI
Se le statistiche sono corrette, gli ebrei costituiscono meno dell’un per cento della razza umana. Un piccolo ammasso di stelle minute perso nello splendore della Via Lattea.
In realtà sarebbe difficile sentire parlare dell’Ebreo, ma invece se ne parla e se ne sente sempre parlare.
La sua fama sul pianeta supera quella degli altri popoli, e la sua importanza nel commercio è sorprendentemente smisurata rispetto alla scarsità del suo numero.
Il suo contributo alla lista dei grandi nomi del mondo, in letteratura, scienze, arte, musica, finanza, medicina e altre forme di istruzione ottuse è di gran lunga sproporzionata rispetto alla pochezza del suo numero.
Egli ha svolto una meravigliosa campagna in questo mondo in tutte le epoche, e l’ha fatto con le mani legate dietro la schiena. Potrebbe essere vanitoso dei suoi successi, ed essere scusato per questo.
Gli Egiziani, i Babilonesi e i Persiani sorsero, riempirono il pianeta di suoni e splendore, e si dissolsero come un sogno e svanirono. Poi vennero i Greci e i Romani, fecero un gran rumore, e se ne sono andati.
Altri popoli sono sorti e hanno tenuto alta la loro torcia per un certo periodo. Ma poi la torcia si è consumata, e adesso siedono nella penombra, o sono scomparsi.
L’Ebreo li vide. Li combatté e adesso è quello che è sempre stato, senza alcuna decadenza, senza gli acciacchi dell’età, senza debolezze, senza diminuzione delle energie, senza che sia fiaccata la sua mente vigile e aitante.
Tutte le cose sono mortali, tranne l’Ebreo. Tutte le altre forze passano, egli resta. Amen.
Questo articolo è stato scritto nel 1899, quando l’antisemitismo era molto diffuso negli Stati Uniti. Le grandi aziende non assumevano ebrei; le università non ammettevano ebrei o limitavano il loro numero con quote ristrette; persone “rispettabili” come Ford o Edison esprimevano apertamente la loro inclinazione anti-ebraica. Mark Twain ebbe una parola pronta per loro.
Traduzione: Valentina Piattelli
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