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Riflessione sul Capodanno Ebraico /ROSH HASHANA/ del nuovo Ambasciatore d’Israele in Italia, Sua Eccellenza DROR EYDAR.

Riflessione sul Capodanno Ebraico /ROSH HASHANA/ del nuovo Ambasciatore d’Israele in Italia, Sua Eccellenza DROR EYDAR.

Le cose rinate

In onore del nuovo anno ebraico che è alle porte, ci siamo riuniti nella sala riunioni dell’ambasciata per augurarci a vicenda un felice anno nuovo. Ne abbiamo tutti bisogno. Questa settimana ha piovuto a Roma, e la pioggia mi ha ricordato un po’ il profumo inebriante della prima pioggia d’autunno in Israele, l’odore dell’infanzia di un nuovo anno.
La strada lavata dalla pioggia mi ha riportato alla mente i versi di “Viali nella pioggia” di Nathan Alterman (che altro?):

בָּאוֹר וּבַגֶּשֶׁם הָעִיר מְסֹרֶקֶת.
הַיָּפָה בֶּאֱמֶת – הִיא תָּמִיד בַּיְשָׁנִית,
אֵלֵךְ נָא הַיּוֹם, עִם בִּתִּי הַצּוֹחֶקֶת,
בֵּין כָּל הַדְּבָרִים שֶׁנּוֹלְדוּ שֵׁנִית…

(“La città è sferzata da luce e da pioggia.
La più bella davvero: è sempre pudica,
Oggi me ne andrò con mia figlia ridente
Tra tutte le cose rinate …”)

Con l’occasione, ho parlato del costante bisogno di rinnovamento, di scrollare la polvere accumulatasi nel tempo su noi stessi e i nostri pensieri. Ho ricordato il suono dello Shofàr (il corno di montone): la chiamata alla sveglia annuale. Tra i due suoni “semplici” (detti teki’òt), ci sono i suoni spezzati e a singhiozzo (Shevarìm e Teru’à). Come le nostre vite fatte di frammenti e tempi di crisi, di clamore (Teru’à) di pianto, e di clamore di gioia (che sia sempre in abbondanza). Il tutto avvolto dai colpi di shofàr semplici, pieni e completi, per ricordarci da dove veniamo e dove stiamo andando.

Siamo tutti ambasciatori, ognuno di noi nel suo piccolo è un messaggero, un inviato: della sua famiglia, in pubblico, dello Stato di Israele, del popolo di Israele, e della buona volontà di fare del bene al mondo.

Abbiamo intinto degli spicchi di mela nel miele, per addolcire i nostri pensieri e il nostro futuro, e abbiamo levato i calici con del vino israeliano, brindando alla “vita” (lechaim).
Concludo con il tradizionale augurio di Rosh Hashanà (il Capodanno ebraico): “Ktivà ve-chatimà tovà”, (Buona scrittura e buona firma [nel Libro della Vita]!

Nella foto: la bellissima tavola imbandita dalle bravissime Tair ed Eden.

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