La poesia è libertà
Il Volto dell’amore
Antonio Tirri
La poesia deve servire a migliorare l’uomo, a liberare le volontà e le intelligenze dai ceppi di una società sempre più individualistica e indifferente, dai legacci di un mondo dove regnano l’egoismo e l’ingiustizia, dove il ritmo frenetico della vita mortifica la parte poetica che è in ciascuno di noi.
Proviamo a pensare a quante volte ci siamo soffermati ad osservare il volo di una rondine o di una coccinella: se non siamo riusciti, vuol dire che abbiamo perso un momento poetico e un’occasione di essere liberi.
Se dovessi definire la poesia con una sola parola, direi che la poesia è libertà.
Libertà di abbattere gli steccati imposti dalla società, libertà di annullare le differenze di razza e di religione, libertà di sognare un mondo più giusto e più umano come ho sognato in questa poesia:
Proviamo a pensare a quante volte ci siamo soffermati ad osservare il volo di una rondine o di una coccinella: se non siamo riusciti, vuol dire che abbiamo perso un momento poetico e un’occasione di essere liberi.
Se dovessi definire la poesia con una sola parola, direi che la poesia è libertà.
Libertà di abbattere gli steccati imposti dalla società, libertà di annullare le differenze di razza e di religione, libertà di sognare un mondo più giusto e più umano come ho sognato in questa poesia:
Mostrami il colore della tua pelle
mostrami il profumo della tua bellezza
mostrami lo scintillìo dei tuoi occhi
perché lo stupore possa stordirmi
perché io possa avvicinarmi a te
libero dal male che affligge il mio tempo
e mostrarti il volto dell’amore.
mostrami il profumo della tua bellezza
mostrami lo scintillìo dei tuoi occhi
perché lo stupore possa stordirmi
perché io possa avvicinarmi a te
libero dal male che affligge il mio tempo
e mostrarti il volto dell’amore.
A che serve odiare?
A che serve uccidere?
A che serve uccidere?
I figli dei morti
sono la speranza dei vivi
ma anche la paura dei vili
e il mondo è pieno di morti.
Come siamo poveri
o uomini della terra
accecati nell’abisso dell’odio di razza
ibernati nel gelo dell’intolleranza.
Ma l’uomo libero sa ancora sognare
e lo insegnerà a una moltitudine di uomini
che non sa ancora di essere libera.
Allora non si guarderà più
al colore della pelle
ma alla forza delle idee
e alla grandezza dei sogni.
sono la speranza dei vivi
ma anche la paura dei vili
e il mondo è pieno di morti.
Come siamo poveri
o uomini della terra
accecati nell’abisso dell’odio di razza
ibernati nel gelo dell’intolleranza.
Ma l’uomo libero sa ancora sognare
e lo insegnerà a una moltitudine di uomini
che non sa ancora di essere libera.
Allora non si guarderà più
al colore della pelle
ma alla forza delle idee
e alla grandezza dei sogni.
Antonio Tirri – “Il tuo viso cantava”, Giuntina, Firenze 2004)